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Storia del ferro battuto

La lavorazione del ferro comincia intorno al 1400 a C, da qui in avanti l’uomo scopre la duttilità di questo metallo e inizia ad utilizzarlo per realizzare utensili che lo aiutano nella vita di tutti i giorni. Lance per la caccia, arnesi rudimentali per lavorare la terra, lame e punteruoli per la difesa rappresentano le prime realizzazioni di questo periodo. Il ferro entra a far parte sempre più nella vita delle persone attraversando il tempo tra le varie popolazioni e utilizzi; assiro-babilonesi, egizi, greci, romani, etruschi, ritrovamenti e manoscritti riportano testimonianze della lavorazione di questo materiale. Con il correre del tempo, il ferro trova sempre più impieghi, dall’ utilizzo nei campi e per la caccia all’ ornamento e abbellimento delle abitazioni: letti, cancelli, recinzioni, ringhiere e balaustre, lampadari, tavoli e tavolini, sedie, gazebo, candelieri; tutto in ferro battuto.

Il termine ferro battuto indica il ferro sbalzato, martellato e intagliato. Queste lavorazioni sono eseguite dalle mani esperte del fabbro, che con l’utilizzo del fuoco, del martello e dell’incudine trasforma il ferro grezzo in opere d’ arte. Il ferro battuto acquista valore nel tempo per la sua caratteristica forma che richiama un mondo passato, la lavorazione infatti, pur cambiando alcuni procedimenti, è rimasta sempre uguale nel tempo.